Lettera pastorale Nuovo Anno 2019

+ SALVATORE MICALEF

PER GRAZIA DI DIO E DELLA SANTA CHIESA

VESCOVO ORDINARIO

 

Prot. n. 148/2019 v- o

LETTERA PASTORALE NUOVO ANNO 2019

Fratelli e Sorelle carissimi,

la grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo sia con tutti voi. Oggi, 01 Gennaio 2019 inizia il nuovo anno. La liturgia presenta in modo mirabile la Divina Maternità di Maria, la solennità più importante tra le varie celebrazioni mariane. Il Nuovo Testamento ci presenta Maria con il titolo di “Madre di Dio”, è chiamata nei Vangeli: “Madre di Gesù”, “Madre del Signore”, o semplicemente “la Madre” e “Sua Madre”. L’apostolo delle genti San Paolo, nella Lettera ai Galati, scrive: “Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge” (4,4). Dio stesso nella Sua Onnipotenza ha toccato la storia umana, con il consenso di una giovinetta singolare, la Vergine Maria. Era stata adornata di grazia e di purezza prima della creazione del mondo, per interpretare mirabilmente il suo semplice ed umile ruolo di Madre del Figlio di Dio fatto uomo per opera dello Spirito Santo. Questa fanciulla, che tiene testa alle forze del male con dignità e potenza che gli viene da Dio: significa che ha pieno rispetto e obbedienza all’Altissimo, e lascia presagire tutte le meraviglie che Egli intenda operare a suo favore, per il genere umano. Attico, Patriarca di Costantinopoli, nei primi anni del V secolo, a proposito della festa della Divina Maternità di Maria, scrisse: “Tutte le memorie dei Santi sono mirabili; pur tuttavia, in relazione alla gloria, esse non sono uguali alla solennità attuale, non c’è nulla di comparabile alla Theotokos”. Dunque, nella liturgia odierna sono sintetizzati il mistero dell’Incarnazione del Verbo Eterno, l’Increato, e la Divina Maternità di Maria: il grande privilegio della Vergine di Nazareth consiste proprio nell’essere la Madre del Figlio che è Dio, Seconda Persona della SS.ma Trinità. Il titolo che compete a Maria, quale, Madre di Dio, è il maggiore requisito dogmatico che la tradizione ecclesiastica ha attribuito alla fanciulla nazaretana; a causa della totalità del mistero che esso racchiude, quindi, diviene non solo oggetto di devozione e venerazione, ma anche di riflessione teologica perché, coinvolge il Mistero di Dio. Attraverso la mediazione di Maria si può mantenere viva la speranza che i punti di convergenza con i fratelli separati favoriscano un giorno il dialogo dell’unificazione e del rispetto reciproco. Intorno a questo riconoscimento si accese una delle più accorate controversie che si definì nel Concilio di Efeso nel 431, quando la divina maternità di Maria fu confermata solennemente come verità di fede della Chiesa. Maria è la Madre di Dio, la Theotókos, poiché per opera dello Spirito Santo ha concepito nel suo grembo verginale e ha dato al mondo Gesù Cristo, il Figlio di Dio consostanziale al Padre. Capodanno come ben sappiamo è il primo giorno dell’anno civile. Il tempo richiama ad un “trascorrere” al quale è assoggettato tutto l’universo e di cui l’uomo è cosciente. Sappiamo che non solo transitiamo nel tempo ma che lo “misuriamo” nel corso del suo fluire con l’orologio e con altri strumenti adatti alla sua misurazione. In questo scorrere umano c’è sempre una malinconia per il commiato dal passato e un’attesa trepidante del futuro che ci aspetta. Il tempo scorre ininterrotto su questo mondo corrotto dal peccato e dai vizi, ecco perché, dobbiamo mantenerci fedeli ed integri davanti all’Onnipotenza di Dio, perché un giorno dobbiamo dare conto di tutto quello che su questa terra abbiamo fatto, sia il bene sia il male. Attorno al tempo e ai suoi plurimi significati si è come condensata una coltre di fumo caliginoso scuro e denso, fatto di luoghi comuni e rozze ovvietà, che sono persuasioni assai diffuse dal principe di questo mondo. Ma a noi cristiani spetta scoprire il vero ed autentico valore teologico del tempo, perché: “Un mondo senza tempo sarebbe un mondo distaccato da Dio, una realtà priva di attuazione. Un mondo nel tempo è invece un mondo che procede attraverso Dio; la realizzazione di un disegno infinito; non una cosa in sé, ma per Dio”.(cfr A. Heschel) Il primo gennaio 2019 allora non è soltanto l’inizio di un altro anno. Desideriamo che esso sia la porta dell’eternità che, in Cristo, continua ad aprirsi sul tempo per conferirgli la sua vera direzione e il suo autentico significato spirituale. In questa direzione, avverabile solo nell’incontro tra l’uomo e Cristo, il tempo quantificato diviene tempo qualificato, ora di grazia, di salvezza per il mondo intero. Il “Kronos”, tempo pesante del succedersi lineare degli istanti, attraverso la svolta dell’esistenza, la “metànoia”, si trasforma in “kairos”, tempo determinato dal contenuto della Grazia Santificante di Dio, attraverso il suo unico Figlio Gesù Cristo, nato da Maria sua Madre. Il Signore continuamente ci chiama ad una nuova responsabilità: non possiamo più procrastinare l’impegno coscienzioso per il bene comune e per la vita buona per tutti, ma dobbiamo attivarci per trasformare questo misero mondo, in un mondo migliore, nella giustizia e nell’amore verso tutti. Maria accede nei circuiti della contemporaneità postmoderna con una peculiare capacità: provocare domande in ordine all’essere dell’uomo e alla sua richiesta di senso. Nel suo stile di vita si tratteggia una cultura che si interpreta nella diversità qualitativa della fede, nell’esperienza del discepolato e nell’etica della visitazione. In questa logica si capisce l’inizio di una esistenza nuova, riscattata, capace di consegnare la propria vita alla verità originaria che è Cristo, come Maria ne ha dato l’esempio vivo e concreto. E, allora, buon anno ai miei cari sacerdoti, diaconi e a tutti coloro che si spendono per la causa del Vangelo; buon anno ai  cari giovani; buon anno ai bambini felici e a quelli che non lo sono; buon anno agli anziani; buon anno alle famiglie serene e a quelle sofferenti; buon anno a chi è solo; a chi è in ospedale; a chi è in carcere; a chi vigila sui malati, a chi vigila sui detenuti; a chi spera nella salute; a chi spera nella libertà! Buon anno a chi si sente emarginato. Buon anno ai poveri e a tutti coloro che sono indifesi senza forze. Con sincerità di cuore deponiamo questi nostri auguri nel grembo della Vergine Maria che invochiamo, con il sublime titolo di “Madre e Regina della Pace”. Ella ha conosciuto non poche difficoltà legate alla quotidiana fatica del suo tempo, ma mai ha smarrito la pace del cuore. Voglia Ella indicare alle famiglie del mondo intero la via sicura dell’amore e della pace. Il 2019 sia per tutti noi, un anno in cui l’umanità metta finalmente da parte le divisioni e le controversie e le guerre per futili motivi. Sia un anno in cui, nella solidarietà e nello sviluppo, ogni cuore cerchi la pace, a cominciare dal mio, dal tuo, e di tutti i cuori del mondo intero, con grande impegno e profonda responsabilità.

Buon Anno a tutti!

Dato a Roma nella Sede Episcopale il 01 Gennaio 2019

+ Salvatore Micalef

Vescovo Ordinario

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