CRISTOLOGIA

  1. “Unico Dio generato” (Gv 1,18). Una cristologia del Figlio

Ripercorrendo la Tradizione, il Magistero e le diverse ipotesi teologiche, a partire dalle Sacre Scritture si presenta il mistero del “Figlio” come sintetico del mistero di Gesù. In questa sezione vengono recuperate anche la questione ariana, la soluzione nicena, e i grandi concili cristologici fino la Calcedonese. È trattata anche la problematica del “Gesù storico”, attraverso le prospettive delle “tre ricerche storiche” su Gesù.

  1. Vangelo del bisogno e solitudine del Figlio

Partendo dalle Sacre Scritture, il capitolo intende ricostruire lo sguardo di Gesù sui fenomeni della fame e della sete. Il Signore vi appare come Colui che unicamente evangelizza il bisogno, liberandolo dalla sua nativa ambivalenza, e come Colui che rivela il Vangelo inscritto nel bisogno: l’originario Legame col Padre che nutre e la relazione inscindibile con il mondo. Le Sacre Scritture connettono di frequente il fenomeno del bisogno all’esperienza della solitudine. La solitudine di Gesù è interpretata come espressione affettiva della Sua singolarità di Figlio dell’Uomo e Figlio di Dio. In questa sezione viene anche fatto cenno al mistero del “cuore di Gesù”.

  1. “Un corpo mi hai adattato, per fare, Dio, la tua volontà” (Eb 10,5-7). Il Sacrificio di Figlio

Accostando le diverse interpretazioni della Tradizione e della teologia, la sezione propone un’esegesi della Lettera agli Ebrei che legge il sacrificio di Gesù come singolare e radicale manifestazione della Suo essere il Figlio Unico del Padre. La sezione comprende anche un excursus sull’idea di “vita” intesa come categoria ermeneutica del mistero di Gesù.

  1. “Tutto è stato fatto per mezzo di Lui” (Gv 1,3). La creazione “in Cristo”

La sezione, a confine tra la cristologia e l’antropologia teologica, rilegge le antiche e recenti ipotesi teologiche sul rapporto tra il mistero di Cristo e la creazione: dalla dimenticanza della teologia manualistica, al recupero dell’idea di “predestinazione in Cristo”, fino alle ultime ipotesi della “teologia ecologista”. La ripresa di alcune idee della fenomenologia tedesca e francese, favorisce una rinnovata lettura di quanto le Sacre Scritture affermano circa la relazione di Cristo con il mondo.

  1. Sensi e sensibilità del Figlio. L’estetica di Gesù

Il capitolo sviluppa un aspetto della precedente sezione. Il punto di partenza è offerto dalle parabole di Gesù, presentate come emergenze della singolare estetica (percezione e sensibilità) del Signore. Il modo con cui Gesù ha vissuto la propria sensazione e sensibilità è luogo di rivelazione del duplice legame che Lo costituisce: quello col Padre e quello col mondo. L’estetica del Signore, restituita dai Vangeli, rappresenta pure l’originale giudizio sensoriale/sentimentale di Gesù sul proprio con-tatto con il mondo e sulla relazione del Padre (s-)comparso nel mistero del mondo. In questa sezione vengono ripresi anche alcuni temi classici della cristologia: la scienza e la conoscenza di Gesù e la Sua visio beatifica.

  1. Salvatore del mondo e mondo del Salvatore

Sono passate in rassegna le produzioni della passata e recente soteriologia. Una particolare attenzione viene accordata all’ipotesi soteriologica di san Anselmo che ultimamente suscita nuovo interesse. A partire dalla comprensione estetica del rapporto tra Gesù e mondo (5.), viene proposta una nuova lettura della relazione salvifica di Gesù nei riguardi del mondo.

  1. Il Primogenito e i Suoi fratelli

Il capitolo tenta di considerare il “fratello” nella sua originaria valenza cristologica, prima ancora che ecclesiologica. Favoriti da alcune recenti prospettive delle “scienze umane”, si tenta di restituire il modo con cui le Sacre Scritture descrivono il fenomeno del legame fraterno. Ben lontana dalla enfasi illuministica (unità, uguaglianza, fraternità) e da una certa retorica ecclesiale, la Bibbia riconosce alla fraternità innanzitutto la caratteristica della prova che porta alla luce la paura della morte e i suoi malcelati sintomi. La fratellanza diventa quindi pro-vocazione alla coscienza, chiamata a decidere se vedere nel fratello il rivale che minaccia il primo/unico posto a disposizione nell’affetto dei genitori e nella vita, oppure l’occasione di professare la fede in Colui che, provato in ogni cosa, non si vergogna di chiamarci fratelli e, liberando dalla paura della morte (cfr. Eb 2), apre la via alla casa dove sono “i posti” per ciascuno (cfr. Gv 14,2).

  1. “In principio era il Legame” (Gv 1,1)

Prendendo le mosse dall’antica cristologia del Logos degli Apologisti (quasi rimossa a motivo della questione ariana), attraverso il Prologo di Giovanni e la letteratura paolina, viene riproposta una dimensione dimenticata del misterioso nome “Logos” vale a dire quella di “Mediazione”, “Relazione”, “Legame” che dà esistenza alle cose conferendo ad esse con-sistenza. La sezione si chiude con un cenno di cristologia eucaristica, vale a dire una presentazione del mistero di Gesù a partire dal “fenomeno” del Pane e del Vino Eucaristici. In questo capitolo si accenna anche alla questione del rapporto tra cristocentrismo e le religioni, da alcuni autori considerata a partire dell’idea di Logos.

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